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Referendum: tra un quorum che lo sta svilendo ed una ipotesi di riforma costituzionale pericolosa
Analisi e considerazioni
Referendum abrogativo: non uno strumento di potere ma uno strumento di difesa dal potere C'è innanzitutto una ragione perché i referendum in Italia sono abrogativi e non propositivi: le leggi le fa il Parlamento. Uno strumento referendario che si proponga di fare leggi rischia di diventare molto pericoloso, la democrazia non è populismo, non è seguire l'emotività del popolo, un governo deve governare ed avere un lasso di tempo per poterlo fare e sul suo operato sarà giudicato. Il referendum interviene dove ci sono questioni in cui il popolo si sente di voler decidere, che vuole cambiare. Il referendum serve abrogativo proprio perché deve abrogare leggi che il legislatore à stabilito, per correggere ciò che ritiene non vada. Spesso i referendum propositivi, al contrario, sono stati un'arma nelle mani di chi à il potere, per avere effetti plebiscitari. Quorum, "dovere civico" e caduta delle ideologie In un mondo in cui votare viene sentito come un "dovere morale" un quorum, anche al 50% più uno à un suo senso in quanto le persone comunque tendono ad andare a votare semplicemente perché "va fatto". Ora guardiamo cosa è successo con i referendum e la visione globale che è passata da "ad andare a votare ci vado perché è giusto" a "cosa mi conviene fare?". Il 30% delle persone mediamente non va comunque a votare, rinunciando ad un proprio diritto. Matematicamente parlando, liberi da ideologie e per molti aspetti purtroppo anche da "doveri civili" o "morali" questo implica che basta un 20% per fare fallire un referendum. E' vero che una vittoria del no obbligherebbe il legislatore a mantenere la direzione del no mentre l'astensione non lo obbliga a nulla ma se avesse voluto togliere una legge il legislatore avrebbe potuto farlo ugualmente, quindi in linea generale il legislatore propenderà a mantenere quella legge dando un risultato analogo alla vittoria del no. Per questo, se vogliamo che i referendum siano ancora un'arma di difesa del popolo è necessario abbassare il quorum almeno alla metà della percentuale che di solito vota. Chi di solito non vota rinuncia ad un diritto e quindi non dovrebbe essere considerato nei calcoli; in questo modo si smetterebbe il comportamento antidemocratico che in pratica fa vincere il no anche con solo il 20% degli aventi diritto. Raccolta firme Perché un referendum nazionale (non costituzionale) possa tenersi vi sono 2 modalità: che lo chiedano 5 regioni o 500 mila cittadini. Tralasciando il primo caso c'è da capire cosa voglia dire raccogliere 500 mila firme. Di per se potrebbero anche non essere considerate tante, il punto è che per essere valide queste firme devono essere autenticate. Cosa significa? Per poter raccogliere le firme ci vuole un autenticatore che può essere un notaio, un giudice di pace o diverse altre figure quali consiglieri comunali, sindaci ed assessori. Ritorniamo ancora sul referendum abrogativo. Essendo uno strumento di base antisistema di potere, proprio perché abrogativo, non è spesso così facile trovare autenticatori disponibili a certificare gratuitamente le firme per dei referendum; spesso quindi ci si trova a dover pagare notai disponibili a rimanere al banchetto (l'autenticazione deve essere fatta al momento della firma). Avete presente quanto costi un notaio? Potete capire quanto sia quindi difficile raccogliere 500 mila firme autenticate. I pericoli della riforma Costituzionale Nel progetto Costituzionale due punti riguardano i referendum: 1: se si raggiungeranno 800 mila firme il quorum sarà abbassato al 50 per cento di chi à votato nelle elezioni precedenti (rimarrà uguale se si raggiungeranno "solo" le 500 mila firme). 2: compare il referendum propositivo e di indirizzo. Ricordate cosa dicevo all'inizio del pericolo di referendum propositivi? Il referendum abrogativo è uno strumento del popolo, di minoranza, di tutela dal potere. Chi à assessori, consiglieri comunali, forza politica istituzionale può raccogliere molto più facilmente firme in quanto può autenticarle con costi praticamente nulli. Il punto è che difficilmente chi à un forte potere politico raccoglierà firme per abrogare leggi in quanto o à altri strumenti o quelle leggi le à fatte lui e non vuole certo abrogarle. Qui però si parla di referendum propositivi, che rischiano di diventare quindi plebiscitari e quindi non uno strumento del popolo contro il potere ma di uno strumento di potere al quale riuscirà ad accedere quasi esclusivamente chi il potere ce l'à già. Di cosa avremmo bisogno. 1- Il referendum deve rimanere abrogativo. Non abbiamo bisogno di plebisciti. 2- Il quorum dovrebbe essere diminuito al 50% di chi usa il diritto di voto. 3- Le firme per poter tenere un referendum potrebbero anche essere maggiori, anche molto maggiori, ma solo nel caso che sia diversa la procedura per l'autenticazione, con ad esempio una certificazione elettronica che permetta di non dover pagare notai. Il rischio da una parte è che rimanendo così il referendum rimanga uno strumento azzoppato da un quorum che unito a campagne di astensione lo rendono inefficace; dall'altra è che si abbia uno strumento di potere anziché di difesa. Abbiamo bisogno di un cambiamento, ma molto diverso da quello nell'ipotesi di riforma costituzionale. http://blog.byo.net/?sett=nodi&azione=visualizza&iddato=142
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